lunedì 23 agosto 2010

Gli angeli neri del Mariele



Quella che vi racconto è una storia triste, ma anche di speranza. Nella missione africana di Mutoko, Zimbabwe, c'è un posto molto speciale. Si tratta del "Mariele", una casetta bianca con il soffitto di lamiera: è un piccolo orfanotrofio. Quando entrai per la prima volta al Mariele, nel Gennaio 2004, non sapevo nemmeno cosa fosse; i miei passi risuonavano nel corridoio, che dà subito sulla "stanza dei giochi", dove però non c'erano giochi!C'erano in compenso una quindicina di bambini, che mi hanno guardato con stupore, prima di corrermi incontro con gioia e di sommergermi nella loro vitalità!Da quel giorno abbiamo passato momenti molto belli e divertenti, ma che mettono anche una grande angoscia per la situazione con poche speranze in cui sono quei piccoli già grandi. Dopo un mese me ne andai, giurando a me stesso che non avrei più dimenticato il "Mariele", e così è stato. Nel Novembre scorso ci sono tornato, tutto era rimasto uguale, lo stesso odore acre, lo stesso disordine, la stessa disarmante accoglienza festosa...Mi ha molto colpito il fatto di non ritrovare che quattro dei tanti bambini che avevo lasciato l'altra volta; e di certo non sono stati addottati. Al "Mariele" succedono cose strane e incredibili, come per Ashley e Ashton, due gemellini i cui genitori sono morti di AIDS. Loro sono risultati negativi al test, si sono "negativizzati". Ashton è un bambino molto generoso, e quasi "discreto"  quando ti si avvicina, sua sorella Ashley è una ballerina nata!Avreste dovuto vederla, mentre improvvisava passi(mai imparati) di danza moderna, su una musica che non c'era, che non ha mai sentito, se non dentro di se.

ASHTON




ASHLEY




Il vero leader è Chamyso!Lui c'era anche nel 2004 e non è cambiato; ha la stoffa del capo e spesso risolve le inevitabili controversie che ogni tanto nascono. Chamyso vuole essere sempre il protagonista dei giochi, il primo a ricevere le caramelle, il primo a buttarsi in giochi sfrenati  e ad inventarsene di nuovi!Non vuole saperne di imparare a leggere.
CHAMYSO




 Un bambino che non ho mai dimenticato da quel Gennaio 2004 è Innocent: mai nome fu più appropriato. Non sapevo niente di lui, l'ho conosciuto che aveva circa tre anni, era sempre silenzioso, quando mi vedeva mi correva  incontro, io lo alzavo in aria per giocare, lui mi abbracciava; poi andavamo sull'altalena arrugginita del "Mariele", me lo mettevo sulle ginocchia e dopo esserci dondolati, ce ne stavamo lì seduti, immobili, in silenzio per dei pomeriggi interi. Quando gli ho detto che sarei partito, l'ho abbracciato forte, lui mi ha dato delle piccole pacche sulla schiena, mi stava consolando...Ho pianto. Non c'era più bisogno di parlare, anche perchè era impossibile capirsi a parole. Da quel giorno l'ho pensato spessissimo, mi è venuto a trovare nei sogni, a volte eravamo felici insieme al "Mariele", a volte era qui con me a casa mia, a volte era il protagonista di incubi orrendi, di morte e disperazione. Quando l'ho rivisto ho provato un tuffo al cuore, quanto era cresciuto! Gli ho chiesto se si ricordava di me, ha ingrandito i suoi stupendi occhi neri e mi ha fatto cenno di si col capo, ci siamo abbracciati come se non ci fossimo mai lasciati.

Innocent all'età di tre anni




Innocent adesso



Il tempo, al "Mariele" non esiste, è un concetto senza senso, puoi arrivare in qualunque momento, e i bambini saranno sempre sospresi di vederti, poi non sanno quanti anni abbiano; Al "Mariele" non hai più un nome, hai il nome che i bambini scelgono per te; e tutti i ragazzi bianchi che vanno lì si chiamano "Ciao!"; è inutile opporsi. Al "Mariele" vivono creature fragili e indifese, come Paul, quattro anni; appena nato si è ammalato, una encefalite lo ha ridotto ad uno stato pietoso; non riesce a camminare, non parla, non ride, non piange, mai. Paul sta seduto sul pavimento appoggiato sulle lunghe braccia. Noi proviamo a coinvolgerlo con le bolle di sapone, ma mentre gli altri bambini  si scatenano in furibonde corse a chi scoppia per primo la bolla, lui non si muove e se le fa scoppiare in faccia; ci sono attimi in cui ti guarda in un modo così intenso da dover distogliere lo sguardo, allora ti sembra che capisca tutto, che sia cosciente della sua disperata situazione, in quei momenti lo accarezzi e gli metti in bocca una caramella. Una mattina Erika è andata al "Mariele" prima del previsto, per aiutare la mami a lavare i bambini (l'unica volta in tutto il giorno) e la mami piangeva, lei chiede dove sia Paul, i bambini (tutti dagli 1 ai 7 anni) si mettono le manine sugli occhi e li tengono chiusi, non c'è bisogno di parlare, al "Mariele". Paul adesso riposa in un cimitero sconsacrato (il perchè non l'ho mai capito) che è una zona di bosco piena di sassi, ogni sasso è una tomba; tutte pietre senza una lapide, una scritta, una foto. Non c'erano neanche i soldi per una piccola cassa da morto, così Paul è stato deposto in una scatola di cartone... 

PAUL... 





Il posto dove Paul riposa...







Un bambino che ho conosciuto al "Mariele" l'anno scorso e che mi è rimasto nel cuore è Kane, avrà forse tre anni ed è il bambino più dolce che abbia mai conosciuto. Kane è stato abbandonato, ma prima, la madre lo faceva cadere (da una scala o da una discesa) e così gli ha rotto il femore...All'ospedale della missione è stato curato e adesso corre, anche se si vede che l'articolazione non compie movimenti molto naturali. Kane ride in una maniera stupenda, ti si apre il cuore e ti dimentichi della massa di disgraziati che ci sono dentro e fuori dall'ospedale; lui è certamente il futuro leader del "Mariele", quando decide una cosa, quella si fa, che sia un gioco, o semplicemente essere preso in braccio; tu inutilmente gli spieghi che è tutto sporco di merda, ma lui ha deciso, quindi non ci pensi più e lo stringi a te. 

KANE




Al "Mariele" non ci sono invidie, i bambini sono solidali e dividono tutto, anche l'amore che i pochi volontari che vi si addentrano possono dare loro. Al "Mariele" non ci sono sprechi, i vestiti sono di tutti, anche se sono da bambina e li indossa un bambino; quando dai loro una caramella ringraziano sempre battendo le mani due volte, stessa cosa quando ricevono la quotidiana "Sazza", una polenta bianca con verdure o fagioli, l'unico loro alimento.

PRONTI PER LA CENA...




 L'ultimo giorno che sono stato al "Mariele" c'era un'atmosfera strana, come di attesa. Noi salutiamo e abbracciamo i bambini, Ken è nervoso e condivide il lettino con la Viki, una bambina stupenda che ci ha conquistato.

VIKI





 Alcuni piangono, i più grandi mimano il decollo di un aereo con la mano e indicano noi due, Innocent indica anche se stesso...No Innocent, non puoi venire con noi. Stiamo male, ma abbiamo per loro l'ultima sorpresa, dei lecca-lecca, da come ci ringraziano deve essere merce davvero rara, mi dispiace un pò per Chamyso, che in quel momento non c'è, ci rimarrà male. Escono fino al cortile a salutarci, oltre la rete di recinzione del "Mariele" ci sono molte mami che cucinano per terra con i pentolini anneriti dal fumo. Hanno qualche parente ricoverato in ospedale, hanno facce stanche, rassegnate.






 Mi giro un'ultima volta per imprimere nella memoria quell'immagine, poi mentre mi allontano in fuoristrada, ripenso al "Mariele" un luogo fuori dal comune dove si vivono attimi di pura gioia, dove il tempo non conta, dove le parole non hanno alcun significato, e provo già un'immensa nostalgia. Arrivederci Ken, ciao Chamyso, Ciao Ashley&Ashton, a presto Innocent, ciao dolce Viki, ciao angeli neri, ci rivediamo presto nei miei sogni più belli, o negli incubi più crudeli.

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