martedì 21 settembre 2010





Ci sono posti nel mondo in cui senti che proprio lì è passata la storia e che l'uomo è un essere in grado di compiere qualunque impresa.
Quando, un paio di anni orsono, sostavo in raccoglimento di fronte al Raj Ghat, il monumento che ricorda la cremazione del Mahatma Gandhi, ho "sentito" la storia.
La fiammella eterna ci ricorda che la forza della verità e della non violenza sono valori immortali ed universali; incredibilmente tutt'intorno c'è un India pulita e silenziosa, di prati ben curati e scoiattoli che scorrazzano liberi, un India che ricorda un uomo di pace, il più straordinario personaggio del secolo appena passato;l'uomo che ha rinunciato alla comoda carriera di avvocato cresciuto all'ombra della corona; l'uomo che ha marciato per l'immenso subcontinente vestito di stracci e che con la forza della non violenza ha fatto crollare uno dei più grandi imperi mai visti sulla terra.
Appena uscito dal Raji Ghat l'India ti assale nuovamente con i suoi odori, colori, rumori, con la forza delle sue contraddizioni; ma nell'anima c'è solo una grande pace, poi vedo un cartello, alla domanda "Mahatma, qual'è il messaggio che ci lasci?"
Gandhi rispose : "La mia vita è il mio messaggio".


martedì 14 settembre 2010

Il mondo che vogliamo.


Il mondo che vogliamo

Crediamo nella eguaglianza di tutti gli esseri umani a prescindere dalle opinioni, dal sesso, dalla razza, dalla appartenenza etnica, politica, religiosa, dalla loro condizione sociale ed economica.
Ripudiamo la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per
risolvere le contese tra gli uomini, i popoli e gli stati. Vogliamo un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto reciproco, sul dialogo, su un'equa distribuzione delle risorse.
Vogliamo un mondo in cui i governi garantiscano l'eguaglianza di base di tutti i membri della società, il diritto a cure mediche di elevata qualità e gratuite, il diritto a una istruzione pubblica che sviluppi la persona umana e ne arricchisca le conoscenze, il diritto a una libera informazione.
Nel nostro Paese assistiamo invece, da molti anni, alla progressiva e sistematica demolizione di ogni principio di convivenza civile. Una gravissima deriva di barbarie è davanti ai nostri occhi.
In nome delle "alleanze internazionali", la classe politica italiana ha scelto la guerra e l'aggressione di altri Paesi.
In nome della "libertà", la classe politica italiana ha scelto la guerra contro i propri cittadini costruendo un sistema di privilegi, basato sull'esclusione e sulla discriminazione, un sistema di arrogante prevaricazione, di ordinaria corruzione.
In nome della "sicurezza", la classe politica italiana ha scelto la guerra contro chi è venuto in Italia per sopravvivere, incitando all'odio e al razzismo.
È questa una democrazia? Solo perché include tecniche elettorali di rappresentatività? Basta che in un Paese si voti perché lo si possa definire "democratico"?
Noi consideriamo democratico un sistema politico che lavori per il bene comune privilegiando nel proprio agire i bisogni dei meno abbienti e dei gruppi sociali più deboli, per migliorarne le condizioni di vita, perché si possa essere una società di cittadini.
È questo il mondo che vogliamo. Per noi, per tutti noi. Un mondo di eguaglianza.
EMERGENCY