martedì 21 settembre 2010





Ci sono posti nel mondo in cui senti che proprio lì è passata la storia e che l'uomo è un essere in grado di compiere qualunque impresa.
Quando, un paio di anni orsono, sostavo in raccoglimento di fronte al Raj Ghat, il monumento che ricorda la cremazione del Mahatma Gandhi, ho "sentito" la storia.
La fiammella eterna ci ricorda che la forza della verità e della non violenza sono valori immortali ed universali; incredibilmente tutt'intorno c'è un India pulita e silenziosa, di prati ben curati e scoiattoli che scorrazzano liberi, un India che ricorda un uomo di pace, il più straordinario personaggio del secolo appena passato;l'uomo che ha rinunciato alla comoda carriera di avvocato cresciuto all'ombra della corona; l'uomo che ha marciato per l'immenso subcontinente vestito di stracci e che con la forza della non violenza ha fatto crollare uno dei più grandi imperi mai visti sulla terra.
Appena uscito dal Raji Ghat l'India ti assale nuovamente con i suoi odori, colori, rumori, con la forza delle sue contraddizioni; ma nell'anima c'è solo una grande pace, poi vedo un cartello, alla domanda "Mahatma, qual'è il messaggio che ci lasci?"
Gandhi rispose : "La mia vita è il mio messaggio".


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