mercoledì 18 agosto 2010

Cronache di un decennio


Gli "anni zero" dal mio punto di vista.

Dell'alba del millennio ricordo solo un gruppo di voci urlanti sotto la Tour Eiffel, l'unico luogo in cui sarei voluto essere. I "Bon annèe!!!" gridati fino a non avere più voce, Parigi in gran tiro, tante speranze per il futuro, ottimismo.
Avevo vent'anni.
L'anno successivo, lo chiamo lo spartiacque fra un'incoscente gioventù, in un benessere caldo di bambagia, ed il passaggio cruento all'età adulta.
La fine degli studi universitari, il lavoro, le responsabilità.
Compro casualmente in Feltrinelli a Bologna, un libricino, "Pappagalli Verdi", di Gino Strada, mi si apre una voragine nel cuore, le mine antiuomo, la violenza contro i civili, le guerre, decido di aderire ad Emergency, idealmente, ne sposo la causa.
Il 2001.
I riflessi delle violenze al G8 di Genova, ma soprattutto il viaggio in Tanzania con il centro studi Donati di Bologna.
Capire in un sol colpo di essere nella infinitesima parte di mondo che vive nell'opulenza, nel consumismo sfrenato e nella depressione che queste due componenti inevitabilmente provocano.
Lo sguardo silenzioso dei miei coetanei africani seduti immobili ai bordi delle strade, aspettando che qualcosa succeda, qualsiasi cosa che possa far dimenticare loro il fatto di non avere denaro, di non avere cibo, lavoro, in definitiva di non avere futuro. Il desiderio carnale di affetto e di attenzioni dei bimbi dell'orfanotrofio, che chiedono in un'ora tutto l'amore che non hanno mai avuto, un altro abbraccio, un'altra caramella, un'altra carezza, solo un'altra ancora.
I progetti per ragazzi di strada, per le donne violentate, per i morti di fame, per i malati di AIDS, di Malaria, dengue, febbre gialla, tracoma, leishmaniosi, colera, difterite, epatite, morbillo, pertosse, peste, TBC, tetano, polmonite, tifo, lebbra, di qualunque cosa che in Africa è una piaga, una falce che miete milioni di vittime, in silenzio.
Il "seme" era stato gettato, bisognava solo aspettare e vedere se e cosa sarebbe potuto crescere.
Poi, il nove settembre 2001, la morte di Ahmad Shah Massud, il leone del Panjshir, l'ultimo baluardo di resistenza al regime talebano; due giorni dopo l'11 Settembre, il ricco occidente si scopre fragile e vulnerabile, e prova per un giorno quello che tre quarti di pianeta provano quasi tutti i giorni.
L'immagine degli aerei che penetrano le immense torri come se fossero di burro anzichè di cemento armato , rimarrà per sempre nelle nostre menti, ma anzichè servire da monito di future violenze e sciagure, l'occidente reagisce con una violenza ancora maggiore e decide di bombardare l'Afghanistan, dove tre quarti  di popolazione è analfabeta e non sa nemmeno dove sia New York, figurarsi il World Trade Centre; piovono bombe, chi può scappa dal paese, Gino Strada ed Emergency arrivano e riaprono l'ospedale di Kabul.
L'Italia promette di inviare truppe, professionisti della guerra in missione di pace, ancora non capisco.
Come fa la guerra ad essere "umanitaria"?
Balza alle cronache il nome di Bin Laden, lo vedo persino nei variopinti presepi di legno napoletani, non lo avevo mai sentito nominare prima.
Mi informo e vedo che Bin Laden è stato al servizio degli americani e della CIA, non capisco, ho sempre più tessere del puzzle, ma non riesco a intuirne l'ordine.
Poi, nel 2003, il 15 Febbraio a Roma, si svolge la più grande manifestazione per la Pace che il nostro continente abbia mai visto, milioni di persone in piazza, le associazioni, la "società civile", il grande movimento per la pace invade la capitale, vedo entusiasmo, voglia di pace, amicizia, fratellanza. Sembra davvero l'alba di un nuovo secolo.
Di quel movimento oggi non rimane più nulla, è ormai morto e sepolto nella routine quotidiana, ci si abitua a tutto, anche alla guerra.
Gli USA dopo una attenta campagna mediatica basata su menzogne e prove false, contro il parere dell'ONU, invade e bombarda anche l'Iraq, le armi di distruzione di massa e i legami di Saddam con Al Queda (motivo dell'occupazione) non verranno mai trovati.
In compenso verrà completamente distrutto un paese sotto regime, ma con un sistema sanitario, di istruzione e infrastrutture avanzato (per quello che si possa fare sotto embargo voluto dagli USA, che ha provocato in 13 anni un milione di morti), e dopo le immagini di violenze e torture nel carcere di Abu Ghraib e la battaglia di Falluja, dove i civili vengono orrendamente trucidati e liquefatti da bombe al fosforo bianco, si importa nel paese il terrorismo islamico e gli attacchi suicidi, finora sconosciuti.
L'Italia invia truppe ancora una volta, professionisti della guerra in missione di pace, questa volta capisco.
Infatti il 12 Novembre 2003, muoiono in un attentato suicida 23 persone, 19 sono italiani; per il mio paese è un duro colpo, si innalzano altari agli "eroi morti per la pace", si fanno fiction, e tributi di ogni genere, purtroppo mi rendo conto che in realtà sono morti dei miei compaesani per l'ingordigia del nostro governo.

"La scelta di Nassiriya come luogo per alloggiare le truppe italiane (3000 militari, finanziata con 232.000.451 €, a fronte dei restanti aiuti italiani all'Iraq: un ospedale italiano a Bagdad, protetto da 30 Carabinieri e costato 12.000.000 €) della missione umanitaria è sempre stata giustificata ufficialmente dal valore storico/archeologico della zona di Nassiryia da preservare. Quindi "motivi culturali". Tale scelta è stata oggetto di una interpellanza parlamentare (On. Antonello Falò, del marzo 2004), in quanto la scelta di localizzare le truppe italiane a Nassiriya è parsa a molti dettata da motivi estranei a quelli umanitari[1].
La città è sede di importanti giacimenti petroliferi, vi transita un importante oleodotto, ed è ricca di uranio (non ancora sfruttato). Anche l'AGIP, in partnership con Repsol ha attività di trasformazione petrolifere a Nasiriya (raffineria a 4 km), dove è inoltre la sede della Oil Distribution Company[2]."
(fonte wikipedia)

Il 28 luglio 2004 muore Tiziano Terzani, uno dei più grandi giornalisti e scrittori che il nostro paese abbia mai avuto, i suoi ultimi anni li ha passati (come sempre e nonostante la malattia) a viaggiare a cercare di capire il lato oscuro dell'uomo, a diffondere il valore della pace, un valore umano che non è di destra ne di sinistra. I suoi libri mi hanno influenzato moltissimo.
Continuo a viaggiare appena ne ho l'occasione, Zimbabwe, Irlanda, Perù, Venezuela, India ma soprattutto Cambogia, un altro spartiacque.
Con un gruppo di amici visito l'ospedale cambogiano di Battambang costruito e gestito da Emergency, vedo i feriti da mine antiuomo, visito i campi minati, i posti di primo soccorso sparsi nella giungla; quei "semi" piantati nel mio cuore in Tanzania quattro anni prima, adesso stanno germogliando forti, quelle tessere del puzzle adesso stanno prendendo forma, forma di ingiustzie, di violenza, di sopraffazione del prossimo, di voglia di fare qualcosa, di non girarmi dall'altra parte per non vedere che la gente soffre, e muore.
Poi il rapimento Mastrogiacomo in Afghanistan, il governo italiano di sinistra che sfrutta la disponibilità di Emergency a fare da mediatore, per salvare la vita del giornalista, cosa che avviene.
Poi l'arresto del mediatore di Emergency e la chiusura degli ospedali in Afghanistan, i feriti che non sanno dove andare, (chi li cura bene e gratis?nessuno.) le persone senza lavoro, le manifestazioni di solidarietà ad Emergency, tutte cose che i nostri media si dimenticano di farci vedere.
Nel 2008 parto per l'Afghanistan con Emergency, è la logica conseguenza alle esperienze precedenti,mi affidano dei progetti sul territorio; non ci sono filtri, non c'è la Tv appena entro in casa, non ci sono distrazioni, adesso tutto mi appare chiaro, cristallino, quasi ovvio.
La visione dell'occidente è questa: "loro" devono soffrire perchè noi dobbiamo godere anche dei loro frutti, perchè il nostro stile di vita sarebbe altrimenti insostenibile, (l'economia USA infatti collasserà l'anno dopo), allora servono le guerre, le missioni di guerra mascherate da grottesche missioni di pace, la gente tenuta nell'ignoranza totale, nelle malattie, senza acqua, senza cibo,senza lavoro, senza futuro, ecco perchè noi ci ingrassiamo e moriamo per il troppo cibo e "loro" per fame, perchè chiamiamo l'ambulanza per un mal di schiena e "loro" portano in spalla per km, magari nella neve, un ragazzino con le gambe distrutte da una mina antiuomo italiana, spesso senza trovare nessuno che li possa aiutare. Ecco perchè gli organismi internazionali anzichè aiutare i paesei poveri li affossano con l'economia (FMI,WTO,Banca mondiale).
Adesso tutto è davvero chiaro.
L'esperienza cambia definitivamente la mia visione del mondo.
Il primo Settembre 2009 muore Teresa Sarti Strada, moglie di Gino e presidente di Emergency.
Lascia un vuoto incredibile ed una eredità pesante, ma la voglia di reagire e di fare è tanta.
In un soffio arriva la fine degli "anni zero" i ricordi sono tanti, le cose di valore che rimangono davvero poche, ma importanti:
l'amore, l'amicizia, la solidarietà, la musica, la voglia di viaggiare.
Mi ritrovo a casa di amici per brindare e penso che rispetto al decennio precedente sono molto meno ottimista, in Afghanistan, nonostante Obama, la guerra va avanti come e più di prima, di Bin Laden e del Mullah Omar non c'è traccia, il terrorismo è più forte che mai, come hanno dimostrato gli attacchi degli scorsi anni a Madrid e Londra.
Il traffico di droga è ai massimi livelli, i talebani sono sempre più forti e controllano quasi l'80% del territorio.
In Iraq è stato assassinato Saddam Hussein ma la situazione è ancora fuori controllo e ben lontana comunque dalla democrazia.
In compenso, nei 2 conflitti, finora, sono morti oltre 5000 soldati USA, oltre 50 italiani e dio solo sa quanti civili.
Emergency stima che nei conflitti moderni il 93% delle vittime è composto da civili.

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