Osama Bin Laden è stato catturato, anzi, ammazzato in uno scontro a fuoco durante un blitz militare USA.
La notizia (vera o presunta) irrompe su tutti i mezzi di informazione (vera o presunta) da internet ai talk show televisivi per casalinghe, con esperti (veri o presunti) che si lanciano in teorie a dir poco originali.
Al di là della dietrologia, delle supposizioni, la cosa che più mi ha colpito di questa vicenda, è stato vedere i festeggiamenti in USA, la folla impazzita di gioia che sventola l'immancabile bandiera a stelle&strisce al grido di "U-S-A U-S-A!!", o rispolverando addirittura uno slogan ormai dimenticato come "Yes we can".
Guardando quelle immagini ho ripensato agli stessi identici festeggiamenti dopo l'11 Settembre 2001, visti in molti paesi arabi, grida di giubilo per avere colpito così duramente il "grande satana".
Ho provato il medesimo disgusto, la stessa forte disapprovazione.
Quale futuro può avere un paese che gioisce per la morte di una persona?Dove sta andando una democrazia che identifica il concetto di giustizia con la vendetta?Con l'uccisione di persone, senza averle processate?
Qual è la differenza fra i morti innocenti americani e quelli afghani, o iracheni, o pakistani?
Io credo che il valore della morte di Osama sia solo puramente simbolico, non cambierà molto dal punto di vista pratico organizzativo; in Afghanistan i talebani sono sempre più forti , ormai occupano quasi l'80 % del territorio afghano, ed hanno sempre più il consenso popolare, anche delle persone che prima li odiavano, perchè preferiscono comunque loro agli invasori stranieri.
In più va ricordato che Osama c'entrava poco con i talebani, non era il loro comandante, era loro "ospite".
Quale sarà la risposta delle organizzazioni terroristiche (Al Qaeda, esiste?E' un'invenzione?) di cui si suppone che Bin Laden fosse a capo, lo scopriremo, credo presto, credo non lontano da casa nostra.